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Ipocondria: la vera malattia è la paura

“Vivere di malattie e morire di buona salute” (www.aforismario.net): questo è uno degli aforismi più celebri sull’ipocondria, condizione di chi, al primo accenno di malessere, spesso anche immaginato, cade in una condizione di allarme e preoccupazione.

Una recente ricerca ha posto in connessione l’eccessiva e patologica preoccupazione per la propria salute con il rischio di contrarre una malattia cardiovascolare (www.healthdesk.it). Lo studio, condotto in Norvegia, ha dimostrato che le persone “classificate” come ipocondriache, hanno avuto il 73% in più di possibilità di sviluppare malattie cardiache rispetto agli altri. L’eccessivo e il continuo stato di stress, causato dalla paura di avere o contrarre una malattia, sembrerebbe predisporre le persone ad ammalarsi realmente di cuore.

La ricerca mette in luce la serietà delle ansie ipocondriache, che comportano alla persona, e spesso anche ai suoi cari, uno stato di sofferenza anche molto grave e invalidante.

Ad oggi, in Italia, è stato stimato che circa 8 milioni di persone soffrono di ipocondria. Tale dato è da intendersi parziale, considerando che “l’ipocondriaco”, nella maggior parte dei casi, non riconosce la natura psichica del problema e non riceve una diagnosi adeguata (www.d.repubblica.it).

Il termine ipocondria, molto inflazionato nel linguaggio comune, è stato sostituito dal DSM-5 (il Manuale Diagnostico e Statistico dell’American Psychiatric Association) da due differenti diciture: il disturbo da sintomi somatici e il disturbo da ansia di malattia (www.corriere.it). Il primo è caratterizzato da un elevato livello di ansia per la salute alla quale si associano anche sintomi fisici. Il secondo si riferisce alla sola ansia per la propria salute.

Quando l’attenzione sulla propria salute diventa ossessiva al punto che si trascorrono ore a pensare o a documentarsi sulle malattie di cui ci si crede affetti… quando tutte le diagnosi e le cure prescritte dal medico sembrano inadeguate… quando anche solo un mal di testa fa pensare a un tumore al cervello… in tutti questi casi si tratta di ipocondria.

I sintomi di una persona che presenta una condizione ipocondriaca possono presentarsi in modo differente, ma soprattutto, ad essere differente può essere il grado di gravità degli stessi. A tutti può capitare di allarmarsi per un mal di testa insistente, ma non sempre accade di correre dal proprio medico di base, anche tre volte a settimana, per un falso allarme. Nei casi più gravi, la persona ipocondriaca è assorbita dall’accertamento della propria salute fisica (attraverso indagini, ricerche e visite specialistiche) anche fino a 14/16 ore al giorno, compromettendo la propria vita lavorativa, familiare e sociale.

L’evoluzione tecnologica dell’ipocondria è la cybercondria, ovvero la ricerca in rete di diagnosi, conferme o disconferme di presunti sintomi. Navigando in Internet si entra in contatto con foto o video di malattie che potrebbero accrescere o raddoppiare l’ansia per ogni piccolo sintomo, presunto o reale. Si entra, così, in un vero e proprio circolo vizioso, il cui rischio è quello di rimanere incastrati nella spasmodica ricerca di una diagnosi. In molti casi il momento del confronto con la realtà, dunque della cura, si posticipa o viene evitato. Nella cybercondria Google si sostituisce alla figura del medico, con sentenze e diagnosi che, quasi sempre, non sono vere o non rispecchiano la reale condizione della persona.

Uno studio condotto dai ricercatori Microsoft Ryen White e Eric Horvitz evidenzia che l’escalation di preoccupazioni non deriva solo dalla scarsa affidabilità dei risultati trovati in rete, ma anche dalle scarse conoscenze mediche dell’utente medio (www.wired.it). È in tal senso che, aprendo la pagina web “sbagliata”, la presenza di un piccolo sintomo può diventare erroneamente spia di una patologia gravissima. Da questo punto può innescarsi una vera e propria ossessione.

Ma cosa nascondono le preoccupazioni ipocondriache? Chi è più a rischio di cadere in questo circolo vizioso?

Spesso l’ipocondria si verifica nel quadro di altre patologie come, ad esempio, un disturbo d’ansia o una depressione. In altri casi, invece, è una patologia a sé che può manifestarsi in momenti di stress, al seguito di situazioni reali come aver sofferto una malattia grave o aver assistito familiari con patologie importanti. In altri casi ancora, i pensieri ipocondriaci emergono lentamente, gradualmente, senza aver alcuna connessione logica o osservabile con il proprio stato di salute o con gli eventi di vita attraversati.

In ogni caso, soffrire di ipocondria nasconde una condizione di disagio e sofferenza psichica che necessita di essere riconosciuta e approfondita (www.stateofmind.it). Prendersi cura delle proprie ferite e fragilità emotive rappresenta il miglior percorso di cura per affrontare i dubbi, le paure e l’ansia scaturita da sintomi corporei (reali, immaginati o solo temuti). Questi ultimi, nel caso delle persone ipocondriache, sono il rispecchiamento, nel corpo, di un reale malessere interiore.

Come procedere

Se senti di avere necessità di una Consulenza in ambito Individuale, piuttosto che di Coppia o Familiare, puoi fissare un appuntamento contattando i numeri 06 92599639 o 388 8242645, o puoi scrivere all’indirizzo e-mail info@massimocanu.it

In caso di impossibilità a poter raggiungere lo Studio, in Roma, potrai fare altrettanta richiesta per una prestazione On-Line, avvalendoti della piattaforma web appositamente realizzata. E’ intuitiva, rapida e sicura.

A conclusione di tale fase consulenziale, sia in Presenza che On-Line, sarà definito quanto emerso nel corso del lavoro e, eventualmente, saranno focalizzati gli obiettivi per l’avvio di una Psicoterapia, la quale potrà essere Individuale, di Coppia o Familiare.

Chiedere aiuto è un segno di forza e, soddisfare i tuoi bisogni psicologici, equivale a compiere il più importante atto d’amore che possa fare verso la tua persona, ancor prima che per coloro che condividono la loro vita con te.