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Bullismo e cyberbullismo
Il bullismo, fenomeno sempre più in espansione, soprattutto nei contesti scolastici, è una forma di oppressione fisica e/o psicologica, agita consapevolmente, reiterata nel tempo da uno o più soggetti (bulli) e indirizzata a persone percepite come deboli (vittime). Distinto in “diretto” (azioni fisiche o verbali esplicite) e “indiretto” (esclusione della vittima dal gruppo dei pari, isolamento, calunnie), rappresenta oggi una nuova forma di violenza tra gli under 18. Bulli e vittime, tuttavia, non sono i soli protagonisti degli episodi di prepotenza, in quanto un ruolo fondamentale è giocato dagli “esterni”, cioè da coloro che assistono o sono a conoscenza del loro verificarsi.
Lo scorso febbraio, un dodicenne di Galatone (Le) è stato costretto da alcuni coetanei a stendersi sui binari della ferrovia, per poi essere bersagliato da decine di gommini sparati con un fucile ad aria compressa: “Un referto del pronto soccorso e un’informativa dei carabinieri hanno messo in moto l’inchiesta. All’attenzione del procuratore […] i nomi di quattro bulletti, pure loro di Galatone, tutti studenti, di età compresa fra i 13 e i 16 anni (www.messaggero.it ). A gennaio, invece, una dodicenne di Pordenone ha tentato il suicidio, gettandosi dal secondo piano della propria abitazione, in seguito ad episodi di bullismo in classe. Prima di lanciarsi nel vuoto, la bambina, la cui caduta è stata attutita da una tapparella, consentendole di sopravvivere a seguito del gesto, aveva scritto una lettera ai genitori e una ai compagni di classe, nella quale si esprimeva così: “adesso, sarete contenti” (www.corriere.it).
Secondo i dati allarmanti emersi dall’indagine Istat del 2014, “più del 50% dei giovani tra gli 11 e i 17 anni ha subito episodi offensivi o violenti durante l’anno precedente, il 19,8% li ha subiti assiduamente” (www.quotidianoprevenzione.it). Lo studio dell’Istat evidenzia, inoltre, che le ragazze sono più soggette dei maschi alle vessazioni (oltre il 55%, contro il 49,9%) e che il Nord Italia registra il maggior numero di vittime (www.rainews.it).
Quando le azioni aggressive, di provocazione o molestia, vengono messe in atto attraverso il telefono cellulare o Internet (posta elettronica, social network, chat, blog, forum, ecc.), si parla di cyberbullismo. Risale a Febbraio scorso l’aggressione ad un sedicenne dell’Emilia Romagna: “Ferito, umiliato e filmato a scuola, bulli condividono video in chat” (www.ansa.it).
Diversamente dai bulli tradizionali, i cyberbulli sfruttano la tecnologia, perciò non sono vincolati da limiti temporali (la durata della giornata scolastica) e geografici (la presenza degli studenti in un dato luogo), e possono anche perpetrare le loro prevaricazioni in modo continuativo e con effetti amplificati (www.cyberbullismo.it). E ancora, se i bulli sono studenti, compagni di classe o, più in generale, persone con cui la vittima ha costruito una relazione, i cyberbulli possono anche essere sconosciuti, piuttosto che persone note, ma che on line si fingono anonime, protette “da un profilo fake (falso), da un avatar, o da un nickname (www.azzurro.it).
Stando al rapporto Istat del 2014, tra i ragazzi che usano il cellulare e Internet, il 5,9% ha denunciato di aver subito ripetutamente azioni vessatorie tramite sms, e-mail, chat o social network. Vittime sono soprattutto le ragazze: per la fascia di età 11-17 anni, sono state oggetto di vessazioni il 7,1% delle ragazze che si collegano a Internet o dispongono di un telefono cellulare, contro il 4,6% dei ragazzi. A rischiare sono, in maggior misura, i ragazzi più giovani rispetto agli adolescenti: circa il 7% degli 11-13enni dichiara di essere stato vittima, una o più volte al mese, di prepotenze tramite cellulare o Internet, nell’ultimo anno, mentre la quota scende al 5,2% se la vittima ha un’età compresa tra i 14 e i 17 anni (www.rainews.it).
Per prevenire e contrastare il bullismo, anche informatico, è stato predisposto un Disegno di Legge (DDL 2.391 del 2010), approvato con voto unanime in Senato nel maggio 2015 e, attualmente, in esame alla Camera. Si tratta di una misura a carattere prevalentemente formativo, preventivo ed educativo, con una strategia di attenzione e tutela dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime che in quella di responsabili di illeciti. IL DDL 2.391 reputa determinante il ruolo delle famiglie e delle strutture scolastiche nella lotta al bullismo, definisce il fenomeno del cyberbullismo, regolando la rimozione dei contenuti offensivi dalla Rete, prevede la costituzione di un Tavolo Interministeriale Permanente per il contrasto al fenomeno, stabilisce i criteri d’intervento del Garante della Privacy e introduce una “misura di ammonimento” per i reati commessi da minorenni via Internet, ma con età superiore ai 14 anni (il minore, unitamente ad almeno un genitore, viene convocato dal Questore, che lo ammonisce oralmente, invitandolo ad una condotta conforme alla Legge (www.senato.it).
Relativamente alle conseguenze del bullismo sul piano psicologico, una ricerca condotta dal King College di Londra ha evidenziato come queste, non solo persistano anche dopo quarant’anni anni, ma possano essere correlate allo sviluppo di problemi psicosomatici e psicosociali (www.stateofmind.it). “Lo studio, pubblicato sull’ American Journal of Psychiatry, è il primo ad avere esaminato gli effetti del bullismo oltre la prima età adulta. […] i ricercatori hanno riscontrato che gli effetti delle prevaricazioni subite erano ancora visibili quattro decenni più tardi”.
Ovviamente, il bullismo ha conseguenze negative anche per il bullo (basso rendimento scolastico, difficoltà relazionali, disturbo della condotta per la ripetitiva violazione delle regole e nel lungo periodo, comportamenti antisociali e devianti) e per gli osservatori (scarsa empatia, difficoltà relazionali, paura e ansia sociale).
Che fare di fronte a questo fenomeno? In primo luogo, occorre agire all’interno della Scuola. È indispensabile attuare interventi sul gruppo-classe, gestiti in collaborazione con il corpo docente e d’intesa con le famiglie, al fine di comprendere le dinamiche affettive da cui prendono origine i comportamenti disfunzionali, modificare gli atteggiamenti del gruppo che supporta il bullo e agevolare le competenze empatiche di ciascuno (www.stopalbullismo.it). Rieducare il bullo, non isolarlo, riconoscendo le richieste implicite al suo comportamento aggressivo. Aiutarlo a prendere coscienza delle proprie azioni e a individuarne le motivazioni sottese, spesso correlate a modelli genitoriali inadeguati, così da potenziarne le capacità socio-relazionali. Intraprendere percorsi individualizzati di sostegno alle vittime, così da incrementarne l’autostima, l’assertività e le risorse di interazione sociale. Fornire attività di supporto e supervisione degli insegnanti, così da aiutarli in presenza di casi di bullismo e/o da favorirne la conoscenza di indicatori utili a individuare le situazioni a rischio. Garantire un sostegno alla genitorialità, mirato a fornire indicazioni sui metodi educativi più efficaci per inibire o prevenire i comportamenti disadattivi dei figli. Promuovere attività di sensibilizzazione, prevenzione e formazione che agevolino un uso sicuro e consapevole della Rete e contrastino il Cyberbullismo (www.istruzione.it ).
Come procedere
Se senti di avere necessità di una Consulenza in ambito Individuale, piuttosto che di Coppia o Familiare, puoi fissare un appuntamento contattando i numeri 06 92599639 o 388 8242645, o puoi scrivere all’indirizzo e-mail info@massimocanu.it
In caso di impossibilità a poter raggiungere lo Studio, in Roma, potrai fare altrettanta richiesta per una prestazione On-Line, avvalendoti della piattaforma web appositamente realizzata. E’ intuitiva, rapida e sicura.
A conclusione di tale fase consulenziale, sia in Presenza che On-Line, sarà definito quanto emerso nel corso del lavoro e, eventualmente, saranno focalizzati gli obiettivi per l’avvio di una Psicoterapia, la quale potrà essere Individuale, di Coppia o Familiare.
Chiedere aiuto è un segno di forza e, soddisfare i tuoi bisogni psicologici, equivale a compiere il più importante atto d’amore che possa fare verso la tua persona, ancor prima che per coloro che condividono la loro vita con te.