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Il malessere dei giovani d’oggi: come riconoscerlo e affrontarlo

Ti sei mai accorto quanto sia aumentato il malessere dei giovani rispetto a pochi anni fa?

 

Il mondo dei giovani, in particolare degli adolescenti, è da sempre un mondo complesso da esplorare e comprendere, sia da parte dei giovani stessi, sia da parte dei familiari.

L’adolescenza è un momento di crisi e di passaggio per il singolo e per i sistemi in cui vive: famiglia, scuola, gruppi di appartenenza. I conflitti generazionali si giocano molto in questa fase del ciclo di vita della famiglia.

Nel momento storico in cui viviamo, tale fase di vita acquisisce ulteriori complessità, da un lato a causa della pandemia e, dall’altro, per gli imponenti cambiamenti nella vita sociale repentinamente caratterizzata da isolamento e relazioni vissute online.

I più giovani si trovano immersi in un moltiplicarsi di relazioni a distanza,  le quali sembrano accorciare la lontananza tra le persone – che possono connettersi e condividere in più parti del mondo, con molta facilità – ma che al contempo introducono un impoverimento delle relazioni dal vivo.

La maggiore facilità ad incontrarsi  e rapportarsi tramite i social può generare, se non gestita attraverso una corretta informazione sull’uso e sugli eventuali rischi correlati, una difficoltà nell’espressione ed evoluzione di alcune capacità personali, emotive soprattutto, che non facilitano l’istaurarsi di una serena relazione con se stessi e con gli altri.

Il periodo di emergenza sanitaria che viviamo ha esasperato questa modalità comunicativa

In tale complesso panorama si è inserito il periodo dell’emergenza correlata al COVID-19, esasperando questa modalità comunicativa, arrivando anche nelle scuole di ogni ordine e grado e diminuendo drasticamente l’aspetto di socializzazione del contesto scuola, con effetti che si sono dimostrati preoccupanti.

Citiamo, in particolare, una ricerca promossa dall’Università Cattolica di Milano e dalla  Fondazione Soleterre, su un campione di 150 adolescenti tra i 14 e i 19 anni, che ha esplorato quali sono i sentimenti e pensieri legati al lockdown e alla pandemia.

I risultati:

  • Il 63,3% afferma che il trauma della pandemia è diventato parte della propria identità.
  • Il 50% si arrabbia con se stesso quando si sente turbato.
  • Il 40,7% fa fatica a dare un senso a ciò che prova.
  • Il 34,7% afferma che fa fatica ad addormentarsi.
  • Il 17,3% dei ragazzi afferma che sarebbe meglio morire o farsi del male.

 

Questi dati ci mostrano come per i giovani, in particolare, ma non solo per loro, il distanziamento fisico sia molto difficile da gestire emotivamente e mentalmente, traducendosi in un malessere generalizzato che porta, anche, alla difficoltà ad essere consapevoli di se stessi.

L’isolamento, le relazioni a distanza, la paura, stanno generando delle difficoltà che, se non colte e prese in carico velocemente, possono produrre effetti negativi permanenti, con il rischio reale di leggere come “normali” alcuni atteggiamenti che normali non sono, ma che esprimono un disagio interiore e sociale.

Il progetto di vita di un adulto inizia dall’adolescenza

Nell’adolescenza, infatti, inizia a prendere forma l’embrione del progetto di vita, è l’età dell’Oro perché contiene la preziosità delle risorse che iniziano a fiorire; se questo processo sano di crescita viene deviato da circostanze interiori, o esteriori, il rischio è che il futuro adulto viva una vita nel disagio, nella non realizzazione di sé o nel disadattamento sociale.

Sappiamo che l’età della giovinezza è caratterizzata da una maggiore esplorazione del mondo emotivo e mentale, ma se vissuta in un isolamento forzoso e privo di un supporto nella conoscenza di se stessi, il rischio è quello di non ricevere l’aiuto utile per una crescita sana.

Segnali chiari di questo disagio possono essere, per esempio:

  • stare molte ore chiusi da soli in una stanza
  • avere un tono dell’umore spesso basso o irritabile
  • aver difficoltà di addormentamento
  • trascorrere molte ore davanti a pc, cellulari, connessi in rete
  • dormire più di giorno che di notte
  • non frequentare un gruppo di amici
  • avere difficoltà a comunicare con gli altri, in particolare con i familiari
  • presentare un basso rendimento scolastico o bassa frequenza scolastica, che sia di persona o in DAD

Questi sono alcuni dei segnali da attenzionare sia da parte dei giovani stessi che dei familiari, perché richiedono un intervento specialistico.

Se sei un giovane che si riconosce in alcuni di questi comportamenti e vissuti, se sei un giovane che vive un malessere o se sei un genitore che vede questo atteggiamento nel proprio figlio e non sa come aiutarlo, può certamente esserti utile chiedere sostegno ad uno specialista nel settore.

La psicoterapia: un percorso che accompagna la crescita armonica della Persona

La psicoterapia è un percorso che accompagna la crescita armonica della persona, non va considerata solo in casi di disturbo grave ma anche in termini di prevenzione, scelta che aiuterebbe a non aggravare la condizione di difficoltà e a stabilire livelli di benessere con maggior facilità.

Come procedere

Se senti di avere necessità di una Consulenza in ambito Individuale, piuttosto che di Coppia o Familiare, puoi fissare un appuntamento contattando i numeri 06 92599639 o 388 8242645, o puoi scrivere all’indirizzo e-mail info@massimocanu.it

In caso di impossibilità a poter raggiungere lo Studio, in Roma, potrai fare altrettanta richiesta per una prestazione On-Line, avvalendoti della piattaforma web appositamente realizzata. E’ intuitiva, rapida e sicura.

A conclusione di tale fase consulenziale, sia in Presenza che On-Line, sarà definito quanto emerso nel corso del lavoro e, eventualmente, saranno focalizzati gli obiettivi per l’avvio di una Psicoterapia, la quale potrà essere Individuale, di Coppia o Familiare.

Chiedere aiuto è un segno di forza e, soddisfare i tuoi bisogni psicologici, equivale a compiere il più importante atto d’amore che possa fare verso la tua persona, ancor prima che per coloro che condividono la loro vita con te.